Settimana sociale, quarta serata: la denatalità cambia il welfare. Ha così preso il via il Cantiere Welfare di “Partecipare il Presente”

Una questione strutturale ed epocale, un’altra “transizione” con cui dobbiamo fare i conti. Si è tornati a discutere di calo demografico e delle sue implicazioni per il mondo del lavoro e per lo stato sociale nella quarta e ultima serata della Settimana sociale dei cattolici trevigiani, mettendo a fuoco i temi correlati del welfare, dell’occupazione, del sistema pensionistico. “Si tratta di un grave problema che necessita di scelte, politiche e risorse a ogni livello per invertire la tendenza”, ha precisato introducendo l’incontro Luca Bertuola, presidente di Partecipare il Presente. L’ultima serata della Settimana sociale ha infatti coinciso con l’apertura del ciclo autunnale della scuola sociopolitica dell’associazione che mette insieme numerose realtà della società civile e del mondo economico trevigiano. Il tutto, in continuità con la Settimana sociale, nell’ambito del Network per il bene comune. “Continuiamo a proporre questo calendario di appuntamenti, perché crediamo nell’importanza della coesione sociale come volano di futuro. E per questo esprimiamo anche la nostra solidarietà alla Cgil per quanto accaduto nei giorni scorsi”. “Nel post pandemia abbiamo bisogno di ripristinare il nostro sistema di welfare, rispetto alle prestazioni di sostegno al reddito, secondo condizioni di solidità strutturale, equità, impatto sulla natività, per creare condizioni di benessere di lungo periodo – ha sottolineato Antonio Pone, direttore Inps Treviso, dopo aver delineato il quadro delle misure messe in campo lo scorso anno -. Insomma, dobbiamo attrezzarci: non ci saranno più solo crisi endogene, cioè che nascono all’interno del sistema; sarà dunque importante l’universalità delle prestazioni imparando a fare «bene e presto» e tenendo conto delle coperture”. “Il tema della denatalità impatta su tanti ambiti, non ultimo quello dell’organizzazione del lavoro e del sistema pensionistico – ha ribadito anche Agar Brugiavini docente universitaria a Ca’ Foscari -. E questo impone di formulare un welfare aderente ai nuovi bisogni, alle prospettive che si vanno delineando”, che tenga conto dei motivi economici, sociali, culturali che hanno generato il calo demografico e di molti elementi che concorrono: l’organizzazione del lavoro, la questione femminile, il tema dei carichi di cura, le mancate politiche di conciliazione. “Questo è il tempo di investire in modo sostenibile e strutturale, non per assistenzialismo ma per il futuro”. “La natalità dovrebbe essere dunque l’obiettivo strategico del nostro Paese – ha concluso Pone – anche accompagnato da un forte connotato simbolico. Serve uscire dalla logica delle mance, verificare il reale impatto delle misure messe in campo, copiare bene dagli stati che hanno saputo invertire i trend”. Un tema ripreso con forza anche dal moderatore della serata, Adriano Bordignon, presidente delll’Ebicom e del Forum regionale delle famiglie.
“Continuiamo pertanto a credere nella profezia sulla felicità – ha concluso il vescovo Michele Tomasi -, quella che leggiamo nelle pagine del profeta Zaccaria: «Vecchi e vecchie siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme, ognuno con il bastone in mano, per la loro longevità. Le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle, che giocheranno sulle sue piazze». Continuiamo cioè a credere che un sogno così possa essere motore per la nostra società, l’economia, le istituzioni, per l’impegno delle persone e quello educativo che la Chiesa può assumere”. (Francesca Gagno – La Vita del popolo)

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