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Ucraina, uffici diocesani della prossimità: “Una tragedia che umilia l’umanità, vicinanza disarmata”

Quanto sta accadendo in Ucraina non può lasciarci indifferenti. Un conflitto armato scatenato in piena Europa, a meno di 700 km dal nostro confine, e che può avere coinvolgimenti estremamente gravi a livello mondiale avrà senz’altro ripercussioni pesanti sul nostro modo di vivere. E rivela anche, una volta ancora, gli interessi di parte che continuano a dividere l’Unione Europea e il nostro stesso Paese.
Ci facciamo interpreti del sentimento delle comunità civili e religiose del Trevigiano, per esprimere la ferma condanna della guerra e della violenza, di ogni forma di sopruso e di aggressione, e al contempo per gridare al mondo che la pace è possibile e che ciascuno di noi ha un ruolo e per questo nessuno deve rimanere indifferente, né a questa né ad ogni altra situazione di guerra oggi presente sul pianeta.
Questo è il tempo in cui dobbiamo spezzare le logiche dello scontro, partendo da ciò che possiamo fare. Non possiamo aspettare che sia il governo russo a fare il primo passo. Non possiamo pensare che il conflitto si possa risolvere con l’invio di militari e incentivando la corsa agli armamenti: diventerebbe una catastrofe globale che devasterebbe l’Europa, senza alcun vincitore. Nonostante le ferite della guerra nella ex-Jugoslavia di trent’anni fa non si siano mai rimarginate, le logiche economiche e di potere prevalgono ancora una volta sul vero bene comune dei popoli, che è la possibilità di vivere in pace.
Come ha ricordato il nostro vescovo Michele nel messaggio alla comunità ucraina, «i nostri mezzi non sono potenti dal punto di vista militare: si chiamano preghiera, solidarietà, vicinanza di persone e talvolta di fratelli e sorelle nella fede». Mettiamoli in atto, allora, ponendo dei piccoli segni di vicinanza.
Impegniamoci in una “disarmata vicinanza” alle cittadine e ai cittadini ucraini presenti nelle nostre case o negli altri luoghi di lavoro: possono nascere occasioni di prossimità concreta, informandoci su come stiano i loro cari in patria, e magari pregando assieme a loro.
Impegniamoci a rilanciare l’appello di papa Francesco per un momento più intenso di preghiera e di digiuno che invoca pace mercoledì 2 marzo, inizio del cammino di Quaresima, durante le celebrazioni per l’imposizione delle Ceneri. Proponiamo alle messe domenicali una intenzione di preghiera che ricordi questa situazione finché la pace non sia ripristinata, quasi un appuntamento settimanale per non dimenticare. Chiediamo alle comunità cristiane di recitare il rosario o di inserire una preghiera per la pace in Ucraina alla Via Crucis i venerdì di Quaresima, aprendo le porte delle nostre chiese.
Informiamoci per iniziative concrete di solidarietà, anche attraverso i canali della Caritas diocesana, per il sostegno di chi maggiormente patisce questa situazione.
Chiediamo alle scuole di ogni ordine e grado di far riflettere bambine e bambini, ragazze e ragazzi sul valore della pace preparando messaggi, nella forma del disegno o di brevi frasi o pensieri, che i Sindaci – dove hanno sedi le scuole – si impegnino a far arrivare ai presidenti di Ucraina e Russia, oltre che al presidente della Commissione europea.
E continuiamo ad informarci, oltre la frenesia delle prime ore e la tentazione delle fake news, per capire più in profondità quanto va accadendo e le sue motivazioni, in Ucraina e in tanti altri luoghi di conflitto da anni presenti sul nostro pianeta. Solo così potremo decidere azioni e posizioni capaci di stare nella realtà in cui viviamo coerenti con il Vangelo che dentro questa stessa realtà oggi ci interpella, e farlo insieme. (Ufficio Migrantes; Caritas diocesana; Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato; Centro Missionario diocesano)

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