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Passi di pace, la marcia delle “tre diocesi” e l’invito dei vescovi alla partecipazione

Un invito a mettersi in cammino, per costruire la pace a partire dai nostri territori e dalle nostre relazioni. La Marcia della pace di domenica 29 gennaio, che coinvolgerà le tre diocesi di Treviso, Padova e Vicenza, sarà un momento di condivisione importante fra Chiese sorelle per invocare, insieme, il dono della pace.

Sarà Treviso a dare il via alla marcia, aperta a tutti e promossa dalle diocesi di Padova, Treviso e Vicenza, con la presenza dei vescovi mons. Claudio Cipolla, mons. Michele Tomasi e mons. Giuliano Brugnotto. L’inizio alle 13.30 dal sagrato della chiesa di Casoni di Mussolente, con il vescovo Tomasi, per incontrare poi, alle 14.15 a Fellette di Romano d’Ezzelino, i gruppi di Padova e Vicenza coi loro pastori. La marcia farà quindi tappa nella chiesa di S. Giuseppe a Cassola alle 15.30 e nella chiesa di S. Leopoldo Mandic a Bassano del Grappa, alle 16.30.

L’invito alla partecipazione arriva da tutti e tre i vescovi delle diocesi coinvolte.

L’invito dei vescovi alla partecipazione

“Ancora nel pieno della mia esperienza di visita alle Chiese sorelle del Brasile e del Paraguay, mi rendo conto una volta di più di quanto bisogno ci sia di concordia, di dialogo, di collaborazione comune tra i popoli per lo sviluppo, l’unico che può portare alla vera pace”: così il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, che fino a venerdì è impegnato nella visita pastorale alle missioni diocesane in America Latina, interviene per invitare alla partecipazione alla grande Marcia della pace di domenica 29 gennaio.

“Soprattutto grazie all’impegno e alla lungimiranza dei popoli e dei governanti usciti dalla terribile seconda Guerra mondiale, avevamo costruito un insieme di relazioni internazionali che ci avevano donato decenni di pace, almeno nel territorio europeo – sottolinea il vescovo di Treviso -. Ora, dobbiamo continuare a credere che siano possibili un dialogo e un accordo tra i popoli. Dobbiamo credere che ci siano vie per la soluzione pacifica delle controversie e dei conflitti. Abbiamo riscoperto con dolore che la guerra fa parte di ciò che gli uomini sono capaci di fare: abbiamo guerre in tutto il mondo, abbiamo guerra in Europa. Questo segno di un cammino insieme fra tre diocesi rappresenta il nostro impegno a continuare a percorrere vie di ascolto, di dialogo, di comprensione, in vista della pace: quella pace che deve essere nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, quella che deve essere tra i popoli tutti. Non rinunciamo – l’appello del Vescovo – a credere a questa possibilità, non rinunciamo ad assumerci le nostre responsabilità. Chiediamo a gran voce che le Istituzioni del dialogo possano avere la forza di cui hanno bisogno e i popoli possano incontrarsi nella pace”.

Aggiunge mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova: ”In questi mesi, quasi un anno, abbiamo ascoltato tante riflessioni sul tema della pace, soprattutto a partire dalla guerra in Ucraina. Riflessioni nate all’interno della Chiesa – vedi soprattutto gli interventi del Papa e di tanti intellettuali cristiani – ma anche al di fuori della Chiesa. Oggi occorre creare opinioni di pace e gesti di solidarietà con le vittime delle guerre. L’analisi politica è fondamentale, ma forse non più sufficiente. Prima si deve scegliere la pace e individuare strumenti nuovi, rispetto a quelli delle armi, per risolvere i conflitti. Una precisa e intensa attività di educazione alla pace, alle opere e agli strumenti della pace merita molto più impegno di quanto abbiamo finora profuso. Siamo interpellati soprattutto dai paesi poveri che in modo più pesante pagano il prezzo delle guerre; anche da noi in Italia e in Occidente sono i poveri che soffrono per l’inflazione e per l’aumento dei costi della vita quotidiana. Alla Pace non c’è alternativa giusta, non c’è una guerra giustificabile”.

Il vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, rivolgendo soprattutto ai giovani l’invito a partecipare, afferma: “Vorremmo in questo cammino di pace sognare il giorno nel quale la guerra tra i popoli sia considerata sempre iniqua, illegittima, fuori legge. Il giorno nel quale non si dica più «questa è una guerra giusta», e si trovino modalità nuove per risolvere gli inevitabili conflitti tra le nazioni. La guerra lascia solo distruzione e odio nel cuore per intere generazioni, noi vogliamo credere e impegnarci per un futuro di pace che si costruisce insieme, anche nelle piccole cose, guardandosi negli occhi e facendo la stessa strada”.

 

A Casoni giovani in dialogo con mons. Tomasi

I giovani della Diocesi di Treviso, nella mattinata di domenica 26, dalle 10.30, incontreranno a Casoni di Mussolente il Vescovo Tomasi e dialogheranno con lui e con il prof. Lorenzo Biagi su alcune questioni riguardanti la pace e su come essere, oggi, operatori di pace. Tra le iniziative che li vedono impegnati c’è la preparazione, durante la mattinata, dei gadget da donare ai partecipanti alla marcia. Dopo il pranzo al sacco, i trevigiani partiranno da Casoni alle ore 13.30 e a Fellette si uniranno ai partecipanti padovani e vicentini.

A partire dalle 16.30 TeleChiara (canale 17 del digitale terrestre) proporrà una diretta televisiva con alcune testimonianze, interviste dalla marcia e approfondimenti sul tema della pace e la celebrazione della santa messa alle ore 17.30.

Al termine della celebrazione sarà disponibile un servizio di bus navetta per il ritorno a Fellette.

La Marcia ha il patrocinio dei Comuni di Mussolente, Romano d’Ezzelino, Cassola, Bassano del Grappa.

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“Ucraina: la guerra nel cuore dell’Europa”. Iniziativa del Network per il bene comune e uffici diocesani della prossimità

“Ucraina. La guerra nel cuore dell’Europa”. È questo il titolo della serata che si terrà mercoledì prossimo, 6 aprile, all’auditorium San Pio X di Treviso, su iniziativa di un nutrito cartello di sigle della società civile e del mondo ecclesiale.

A promuovere l’incontro, di approfondimento sull’attuale conflitto, è il Network per il Bene comune, che raggruppa varie realtà, tra cui La vita del popolo, l’Azione cattolica, l’Ufficio di pastorale sociale e lavoro, Partecipare il presente (che a sua volta comprende numerose associazioni e organismi economici e della società civile). La serata è, inoltre, co-organizzata dagli uffici diocesani della prossimità, tra cui la Caritas e Migrantes.

Relatore sarà il giornalista Fulvio Scaglione, già corrispondente da Mosca ed ex vicedirettore di “Famiglia cristiana”. Accanto a lui Ludmila Vladova, interprete e attivista della comunità ucraina in Veneto, e don Davide Schiavon, direttore della Caritas tarvisina. Ingresso con green pass rafforzato e mascherina ffp2.

 

Il Network per il Bene comune: La vita del popolo, Azione cattolica, Ufficio diocesano di Pastorale sociale, lavoro, giustizia e pace, Partecipare il presente, Meic, Istituto Toniolo, Scuola di formazione sociale S. Agnese, @Pensatoio socio-politico Quinto e Zero Branco, Festa di sguardi – Mirano, Acli Treviso, Comunità Laudato Si’, Collegio vescovile Pio X, Associazione “Incontri con la Natura per la Salvaguardia del Creato” del Centro Chiavacci, Fondazione Stefanini

Uffici diocesani della prossimità: Caritas tarvisina, Migrantes, Pastorale sociale e Lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del creato, Centro missionario, Pastorale della salute.

 

Locandina Serata Ucraina – Guerra nel cuore

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Ucraina, uffici diocesani della prossimità: “Una tragedia che umilia l’umanità, vicinanza disarmata”

Quanto sta accadendo in Ucraina non può lasciarci indifferenti. Un conflitto armato scatenato in piena Europa, a meno di 700 km dal nostro confine, e che può avere coinvolgimenti estremamente gravi a livello mondiale avrà senz’altro ripercussioni pesanti sul nostro modo di vivere. E rivela anche, una volta ancora, gli interessi di parte che continuano a dividere l’Unione Europea e il nostro stesso Paese.
Ci facciamo interpreti del sentimento delle comunità civili e religiose del Trevigiano, per esprimere la ferma condanna della guerra e della violenza, di ogni forma di sopruso e di aggressione, e al contempo per gridare al mondo che la pace è possibile e che ciascuno di noi ha un ruolo e per questo nessuno deve rimanere indifferente, né a questa né ad ogni altra situazione di guerra oggi presente sul pianeta.
Questo è il tempo in cui dobbiamo spezzare le logiche dello scontro, partendo da ciò che possiamo fare. Non possiamo aspettare che sia il governo russo a fare il primo passo. Non possiamo pensare che il conflitto si possa risolvere con l’invio di militari e incentivando la corsa agli armamenti: diventerebbe una catastrofe globale che devasterebbe l’Europa, senza alcun vincitore. Nonostante le ferite della guerra nella ex-Jugoslavia di trent’anni fa non si siano mai rimarginate, le logiche economiche e di potere prevalgono ancora una volta sul vero bene comune dei popoli, che è la possibilità di vivere in pace.
Come ha ricordato il nostro vescovo Michele nel messaggio alla comunità ucraina, «i nostri mezzi non sono potenti dal punto di vista militare: si chiamano preghiera, solidarietà, vicinanza di persone e talvolta di fratelli e sorelle nella fede». Mettiamoli in atto, allora, ponendo dei piccoli segni di vicinanza.
Impegniamoci in una “disarmata vicinanza” alle cittadine e ai cittadini ucraini presenti nelle nostre case o negli altri luoghi di lavoro: possono nascere occasioni di prossimità concreta, informandoci su come stiano i loro cari in patria, e magari pregando assieme a loro.
Impegniamoci a rilanciare l’appello di papa Francesco per un momento più intenso di preghiera e di digiuno che invoca pace mercoledì 2 marzo, inizio del cammino di Quaresima, durante le celebrazioni per l’imposizione delle Ceneri. Proponiamo alle messe domenicali una intenzione di preghiera che ricordi questa situazione finché la pace non sia ripristinata, quasi un appuntamento settimanale per non dimenticare. Chiediamo alle comunità cristiane di recitare il rosario o di inserire una preghiera per la pace in Ucraina alla Via Crucis i venerdì di Quaresima, aprendo le porte delle nostre chiese.
Informiamoci per iniziative concrete di solidarietà, anche attraverso i canali della Caritas diocesana, per il sostegno di chi maggiormente patisce questa situazione.
Chiediamo alle scuole di ogni ordine e grado di far riflettere bambine e bambini, ragazze e ragazzi sul valore della pace preparando messaggi, nella forma del disegno o di brevi frasi o pensieri, che i Sindaci – dove hanno sedi le scuole – si impegnino a far arrivare ai presidenti di Ucraina e Russia, oltre che al presidente della Commissione europea.
E continuiamo ad informarci, oltre la frenesia delle prime ore e la tentazione delle fake news, per capire più in profondità quanto va accadendo e le sue motivazioni, in Ucraina e in tanti altri luoghi di conflitto da anni presenti sul nostro pianeta. Solo così potremo decidere azioni e posizioni capaci di stare nella realtà in cui viviamo coerenti con il Vangelo che dentro questa stessa realtà oggi ci interpella, e farlo insieme. (Ufficio Migrantes; Caritas diocesana; Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato; Centro Missionario diocesano)

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