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“Prese il pane, rese grazie”, incontro per il Tempo del Creato e anteprima della Settimana sociale

Si è tenuta lunedì 26 settembre, nell’auditorium San Pio X, a Treviso, la serata anteprima della 36ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani, che era insieme anche l’evento culminante degli appuntamenti previsti per il Tempo del Creato. L’incontro, intitolato “Prese il pane, rese grazie. (Lc 22, 29). Il tutto nel frammento”, ha visto dialogare mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, e Dino Boffo, già direttore di “Avvenire”, riprendendo il titolo del messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata del Creato.

“Il tema del pane, filo rosso che ha accompagnato questo mese del Creato, è tema di grande attualità – ha affermato don Paolo Magoga, direttore della Pastorale sociale e del lavoro. Lo abbiamo sviscerato come frutto della terra che con i poveri del mondo lancia il suo grido a ciascuno di noi. Grido che con il nostro impegno non possiamo tradire. Ma non basta udire, bisogna anche agire. Proprio il pane sintetizza le tre indicazioni lanciate dal Papa ai giovani in occasione dell’Economy of Francesco (vedi articolo a pagina 13): l’attenzione per i poveri, il lavoro e l’incarnazione. Prendere il pane, spezzarlo e condividerlo ci aiuta a riconoscere la dignità di tutte le cose che si concentrano in un frammento così nobile: la creazione di Dio, il dinamismo della natura, il lavoro di tanta gente. In quel frammento c’è la terra e l’intera società. Ci fa pensare anche a chi tende inutilmente la sua mano per nutrirsi, perché non incontra la solidarietà di nessuno, perché vive in condizioni precarie: c’è qualcuno che attende il nostro pane spezzato”.

“Non è un azzardo pensare che il ritorno del tema del pane – ha affermato Dino Boffo – abbia a che fare con il riesplodere in contemporanea di una serie di tragedie che accompagnano l’umanità da millenni, come i drammi della siccità, dell’epidemia, della guerra e della fame. Sono sciagure che esistono da sempre e che oggi si ripropongono fatalmente insieme. «Quante cose sa dirci un pezzo di pane». A esso stiamo oggi tornando, pur senza averlo deliberato. Nelle stagioni del Covid, lievito e farina sono andati letteralmente a ruba dagli scaffali, suscitando stupore in quanti consideravano la pratica della panificazione avviata ormai al tramonto. Ma il tema del pane è ritornato in questi mesi specialmente a motivo della guerra scatenata dalla Russia ai danni dell’Ucraina. La morsa della siccità, le conseguenze del Covid, il dramma delle guerre stanno producendo non solo perdita di biodiversità, desertificazione, migrazione dei popoli ma anche nuove forme di sottosviluppo, costi alle stelle e fame. In molti paesi si sta, infatti, passando dalla difficoltà di accesso al cibo al rischio di indisponibilità vera e propria. Ogni anno, poi, le governance del mondo si riuniscono e puntualmente assumono impegni troppo flebili nei confronti del pianeta, che per più poi non mantengono. Non c’è più tempo. E se la grande politica non si muove, deve farlo la società civile di ogni dove, dobbiamo farlo noi: dal basso. Non si tratta di fare altri partiti ma di costringere i politici ad agire. E’ una mobilitazione dal basso quella che va intrapresa, vestendo abiti virtuosi che possano rigenerare quel nostro modo di stare al mondo che ormai fa acqua da ogni parte. Noi credenti dobbiamo e vogliamo «tornare al gusto del pane», che vuol dire onorare la preghiera del Padre nostro, insegnataci da Gesù. Ebbene, come seguaci di questo Dio del pane siamo chiamati a innervare per la nostra parte, da autentici protagonisti, il movimento di ribellione e di riscatto che è in atto per spezzare sul tavolo del mondo il pane con tutti, nessuno escluso.”

“Ascoltare quello che dice Dio al suo popolo riguardo al pane è una esperienza molto antica e importante, è l’esperienza della manna nel deserto – ha affermato mons. Tomasi -. Questo dono dal cielo ha delle istruzioni importantissime, va raccolta e distribuita in parti uguali, nessuno deve temere di riceverne di meno e di confrontare il suo con il piatto del vicino. Questa è anche l’attitudine dell’amore di Dio nei confronti di ciascuno, se ci ama completamente ci darà quello che ci serve e se qualcuno ha di più è perché avrà bisogno di più in quel momento. L’uguaglianza non è dare a tutti la stessa parte di risorse, ma dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno. Il pane e il cibo dovrebbero essere beni indisponibili, beni primari; invece, prima che il grano comperato alle borse dei materiali agricoli si sposti, viene rivenduto cinque volte e il prezzo cresce perché ci sono compensazioni e speculazioni. L’eucaristia, che noi cristiani viviamo come momento culmine del nostro credere, è il momento in cui cielo e terra si uniscono e il pane, la richiesta unica, la manna come pane del cielo, rappresenta tutto. Papa Francesco nella «Laudato si’» dice che il Signore al culmine del mistero dell’incarnazione volle raggiungere la nostra umanità con un frammento di materia, non dall’alto ma da dentro, affinché nel nostro stesso mondo potessimo incontrare lui. Essere grati deve essere l’attitudine fondamentale di ogni cristiano, chi non è grato non è misericordioso, non sa prendersi cura e diventa predone e ladro. Chi non è grato può trasformare una terra ricca di risorse, granaio per i popoli, in un teatro di guerra. Spezzare il pane la domenica è esercizio di gratitudine”.

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Lunedì 26 “Prese il pane, rese grazie”, con mons. Tomasi e Boffo

E’, insieme, momento culminante degli appuntamenti previsti nell’ambito degli incontri “Il tempo del creato”, e la “serata anteprima” della 36ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani.
Lunedì 26 settembre, nell’auditorium San Pio X di Treviso (viale D’Alviano) si tiene la serata “Prese il pane, rese grazie” (Lc 22, 29). Il tutto nel frammento”. Un dialogo tra mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, e Dino Boffo, già direttore di “Avvenire”. L’incontro riprende il titolo del messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata del Creato.
Al tempo stesso, l’incontro si collega alla Settimana sociale e al titolo di quest’anno.

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Tempo del creato: “Un pane di grano antico – buone pratiche”

Lunedì 19 settembre, ore 20.30 alla scuola di Formazione Professionale Opera Monte Grappa di Fonte, incontro su “Buone Pratiche” con l’associazione Gruppo Acquisto Solidale di Asolo “Gasolo” e l’associazione “Libera nos in campo”. Partecipano Cristian Tonello, laureato in scienze naturali, Chiara dal Bello nutrizionista e biologa. Altro tema: “Lavoro e giusto prezzo e retribuzione” con relatori da definire.
Pieghevole Tempo del creato 2022 def

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Tempo del creato: a Castelfranco il ricordo di don Paolo Chiavacci

A quarant’anni della scomparsa di Don Chiavacci e della nascita dell’Associazione Incontri con la Natura per la salvaguardia del Creato “Don Paolo Chiavacci”, che ne promuove le idee e i progetti, una serata dedicata al sacerdote trevigiano, precursore dei temi enunciati dall’enciclica di Papa Francesco Laudato si’.
La serata, al teatro Accademico di Castelfranco,inizierà alle 20.30 e sarà l’occasione per presentare il volume “Don Paolo Chiavacci profeta dell’ambiente” scritto da Francesco Chiavacci Lago, pronipote del sacerdote e figlio di Giorgio Lago, e dal giornalista Umberto Folena.
Nel 2022 si celebrano i 40 anni dalla scomparsa di Don Paolo Chiavacci, sacerdote originario di Crespano del Grappa, Treviso, e per valorizzare la ricorrenza, l’Associazione Incontri con la Natura per la salvaguardia del Creato “Don Paolo Chiavacci”, fondata nel 1982, il Centro Don Paolo Chiavacci e la Diocesi di Treviso promuovono per lunedì 12 settembre, alle 20.30, “Tempo del creato”, una serata evento al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, Treviso, realizzata in collaborazione con l’Associazione Amici di Giorgio Lago, il Comune di Castelfranco, la Comunità Laudato Sì Treviso, la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Treviso, il Network per il bene comune, Monte Grappa Mab Unesco e Ricucire.
La serata, che si inserisce una rassegna di cinque appuntamenti eventi che celebrano la 17^ Giornata nazionale per la Custodia del Creato, è stata ideata con lo scopo far conoscere al pubblico lo straordinario impegno di Don Paolo Chiavacci, che attraverso le parole e le opere sul Creato e sulla natura, fu un anticipatore delle tesi e delle esortazioni che Papa Francesco esprime nell’enciclica Laudato Si’, con ben cinquant’anni d’anticipo.
Nel corso dell’appuntamento verrà presentato il libro “Don Paolo Chiavacci profeta dell’ambiente. Un eco della Laudato Sì alle pendici del Monte Grappa”, scritto da Francesco Chiavacci Lago, pronipote del sacerdote e figlio del giornalista Giorgio Lago, e da Umberto Folena, scrittore e editorialista di Avvenire.
Sul palco del Teatro si alterneranno i racconti di coloro che hanno conosciuto e frequentato il sacerdote e testimonianze fotografiche e video, per far conoscere l’eccezionale testimonianza terrena di Don Paolo Chiavacci e del Centro a lui intitolato. Interverranno Dino Boffo, già direttore del quotidiano nazionale Avvenire, don Giovanni Scavezzon, presidente dell’Associazione Don Paolo Chiavacci, Francesco Chiavacci Lago, autore del libro, e Laura Bertollo, responsabile dell’educazione ambientale al Centro di Spiritualità e Cultura Don Paolo Chiavacci. Modererà Umberto Folena, coautore del libro.
Pieghevole Tempo del creato 2022 def

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1° settembre: Giornata del creato, appuntamento al centro Chiavacci con il vescovo Michele

Giovedì 1 settembre con inizio alle ore 17.00 al Centro di spiritualità e cultura “Don Paolo Chiavacci” di Crespano di Pieve del Grappa sarà celebrata la 17ª Giornata nazionale per la custodia del Creato. Il tema sarà “In ascolto del grido del creato e dei poveri”. Importante novità sarà la presentazione del progetto di un percorso botanico naturalistico per una didattica inclusiva.

Sarà questo il primo di altri quattro appuntamenti per valorizzare, con iniziative culturali e di buone pratiche, il mese che papa Francesco ha chiamato “Tempo del Creato”.

L’1 settembre parteciperanno il Vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi, il sindaco di Pieve del Grappa Annalisa Rampin nonché Presidente dell’IPA (Intese Programmatiche d’Area) Terre di Asolo e Monte Grappa, il direttore del Centro Chiavacci don Paolo Magoga, il direttore dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, la responsabile del Turismo Sociale dell’Ulss 2 Silvia Ceschel, i volontari dell’associazione “Incontri con la Natura don Paolo Chiavacci”, le Comunità Laudato Si di Treviso, Follina, Ponzano e Venezia, don Gianni Fazzini della comunità Laudato Si di Venezia, la cooperativa Solidarietà di Treviso.Pieghevole Tempo del creato 2022 def

Questo il programma: alle ore 17.00 accoglienza musicale a cura del maestro Matteo Dal Negro e della collega Giulia Sfoggia, alle 17.15 i saluti del direttore del Centro Chiavacci, del sindaco di Pieve del Grappa, del Direttore generale dell’Ulss 2 e della responsabile del Turismo Sociale dell’Ulss 2. Alle ore 18.00 l’intervento del Vescovo di Treviso, alle 18.20 il taglio del nastro del “Progetto percorso botanico naturalistico per una didattica inclusiva”. Alle 18.40 le Comunità Laudato Sì si raccontano, alle 19.40 la conclusione con l’intervento del Vescovo.

«L’iniziativa – afferma don Paolo Magoga – intende costruire ponti con tutte quelle realtà che si occupano di ascoltare il grido della terra e dei poveri come ci ha insegnato papa Francesco nella “Laudato sì”. Una ricchezza di connessioni, di attori, di valori che agiscono e interagiscono per il bene comune in progetti concreti, visibili e sostenibili. Desiderio di don Paolo Chiavacci, fondatore di questo Centro e della sua missione, era che in molti potessero sentire l’abbraccio della Terra, del cielo, degli alberi e di ogni creatura che abita con noi questo universo».

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Padroni o servitori del creato? Webinar di Fondazione Stefanini con il prof. Goisis

Noi umani:padroni o servitori del creato?”. E’ il tema proposto dalla fondazione Stefanini per un webinar, mercoledì 23 febbraio alle ore 20.45. Relatore il filosofo Giuseppe Goisis. L’incontro è promosso nell’ambito del calendario del Network per il bene comune.

Sarà possibile seguire l’incontro attraverso la piattaforma Zoom, al link https://us02web.zoom.us/j/83009304763?pwd=TXUyMDdFc FpaZ0poWkZNdTZTMnJKQT09
ID riunione: 830 0930 4763 Passcode: 701680

Per informazioni scrivere una mail a presidente@ondazionestefanini.it.

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La transizione ecologica dentro il cambio di civiltà: le quattro serate della Scuola sociopolitica Sant’Agnese

“Transizione ecologica: un cambio di civiltà”. E’ questo il titolo che accompagnerà, durante il mese di febbraio, il percorso della scuola di formazione sociale Sant’Agnese, promosso dall’omonima parrocchia, dall’Azione cattolica e dal Meic. Nonostante le fatiche dovute al perdurare della pandemia, proseguono dunque le iniziative di approfondimento, formazione e dibattito, messe insieme, ciascuna con la sua propria specificità, attraverso il percorso 2021-22, intitolato appunto “Transizioni”, del “Network per il bene comune”. L’iniziativa, che ha articolato in un unico calendario numerose proposte di carattere socio-politico, aveva preso avvio in settembre con gli appuntamenti del mese dedicato alla Laudato si’, era proseguito con la Settimana sociale dei cattolici trevigiani e con la scuola sociopolitica di “Partecipare il presente”. Un percorso variegato, promosso da più soggetti, e al tempo stesso coerente, nel quale si inseriscono anche gli incontri promossi dal Meic sulle virtù umane, quelli della fondazione Stefanini (previsto per il 23 febbraio un webinar con il filosofo Giuseppe Goisis, sul tema “Noi umani padroni o servitori del creato?”) e altre iniziative nel territorio.

Tornando alla scuola di formazione sociale Sant’Agnese, i promotori spiegano che “quest’anno, nonostante la situazione presenti ancora delle criticità che impongono attenzioni e limitazioni, abbiamo deciso di riprendere con fiducia il nostro ciclo annuale di incontri in presenza. Abbiamo ritenuto, infatti, che scegliere di uscire di casa per incontrarsi, ascoltare, approfondire temi, condividere e scambiare idee, nonostante tutto e proprio in questo tempo di difficoltà, di cambiamenti, fosse importante per crescere insieme in consapevolezza e tentare di dare ciascuno il proprio contributo”.

Le quattro serate, incentrate dunque sulla transizione ecologica, toccheranno temi cruciali come l’agricoltura sostenibile, le energie rinnovabili, le risorse idriche. “Abbiamo capito che il tempo in cui viviamo ci chiama con urgenza a una transizione non più procrastinabile rispetto al nostro rapporto con l’ambiente”, si legge nel pieghevole.
Giovedì 3 febbraio prima serata intitolata “Le sfide della transizione ecologica”, relatore Edo Ronchi, presidente fondazione Sviluppo sostenibile, già ministro dell’Ambiente. Giovedì 10 febbraio “Agricoltura sostenibile: dalla terra per la terra”, relatore Francesco Morari, Università di Padova; giovedì 17 febbraio “Energie rinnovabili: efficienza energetica e mobilità sostenibile”, relatore Arturo Lorenzoni, Università di Padova; giovedì 24 si conclude con “La «questione dell’acqua», una questione di vita”, relatore Edoardo Borgomeo, Università di Oxford, specialista settore acqua, Banca Mondiale.

Gli incontri si terranno a Treviso, nel collegio Pio X, Borgo Cavour 40. L’accesso è consentito presentando green pass rafforzato e se si è muniti di mascherina ffp2. L’ingresso è su prenotazione, telefonando a 0422 545328 (canonica S.Agnese) o all’indirizzo email info@sfssagnese.it.

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Scuola di formazione sociale di Sant’Agnese: “Transizione ecologica, un cambio storico di civiltà”. Quattro serate dal 3 al 24 febbraio

“Transizione ecologica, un cambio storico di civiltà” è il titolo della scuola di formazione sociale di Sant’Agnese, proposta da parrocchia di Sant’Agnese, Azione cattolica e Meic, nell’ambito del programma del Network per il Bene comune. Quattro serate con cadenza settimanale (3, 10, 17 e 24 febbraio) al collegio Pio X di Treviso (borgo Cavour, 40), come da programma allegato.

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Settimana sociale nazionale di Taranto, il vescovo Michele: “Scommessa su un futuro possibile”

Ritorno dalla 49 Settimana sociale dei cattolici italiani tenuta a Taranto tra il 21 e il 24 ottobre 2021 con la gratitudine per un incontro vivo di Chiesa. Rappresentanti di quasi tutte le diocesi italiane si sono incontrati nella città di Taranto, simbolo tristemente concreto delle contraddizioni di un modello di sviluppo che non è stato in grado sino a oggi di contemperare le esigenze dell’economia e del lavoro con quelle della salute delle persone, creando disagi e difficoltà di ardua e tuttavia improrogabile soluzione.
E’ stato un incontro che – in un clima diffuso di disillusione e di sfiducia per il futuro dovuto alle conseguenze della pandemia – ha mostrato un impegno generoso e forte per tornare a incontrarsi, condividendo idee e prospettive di futuro.
La speranza espressa sin dal titolo della settimana sociale – “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. Tutto è connesso” – è stata protagonista dei contenuti presentati e discussi e, ancora di più, è stata presente e palpabile nei vari momenti di queste giornate.
Il fatto di convenire da tutte le parti di Italia per condividere speranza e impegni per un futuro possibile è stato segno eloquente che le ragioni della comunità e del bene comune possono ancora fare breccia nel cuore e nei comportamenti degli uomini e delle donne di oggi.
Abbiamo espresso la disponibilità ad assumere responsabilità per questo nostro tempo e per questa nostra terra, consapevoli che attraverso i nostri comportamenti e le nostre decisioni passa l’opportunità di non soccombere a un degrado ambientale che compromette seriamente le condizioni e le possibilità di vita nostre e delle giovani generazioni.
L’acquisizione più evidente percepita a partire dagli stimoli autorevolissimi e densi giunti da papa Francesco, è che l’impegno per il creato non è un’aggiunta opzionale alla vita delle comunità dei cristiani e dei singoli fedeli, e neppure un cedimento a una qualche moda del momento. L’amore di Dio, che scaturisce dalla presenza viva di Cristo crocifisso e risorto nella storia, non può limitarsi a qualche dimensione parziale dell’esistenza, ma deve abbracciare ogni persona e ogni aspetto della sua vita.
Le relazioni vissute ogni giorno, la giustizia sociale, la pace, le prospettive di un futuro dignitoso per tutti sono intimamente legate tra di loro. Tutto è connesso. La nostra vita non si svolge nel vuoto, o in un contesto tutto artificiale di realtà virtuale: siamo parte del nostro mondo e impastati di materia, utilizziamo risorse, coltiviamo la terra, produciamo beni e servizi, sviluppiamo stili di vita. Respiriamo aria, viviamo grazie all’acqua, ci muoviamo con vari mezzi di trasporto, consumiamo beni cercando qualità di vita, creiamo scorie, scarti e rifiuti. Questa è la nostra vita, alla quale abbiamo bisogno fondamentale di dare un senso, un significato.
È questa vita che il Signore ha assunto su di sé nell’incarnazione, è questa che egli vuole toccare con gesti di tenerezza. Il cuore della nostra fede ci chiede di trarre, in ogni aspetto della nostra vita, le conseguenze del nostro incontro con il Signore risorto. E’ questo il senso della conversione ecologica cui ci invita con urgenza il magistero di papa Francesco.
Dalla nostra adesione a Cristo dovranno scaturire scelte concrete dei singoli, delle comunità cristiane, della Chiesa tutta. Di tutti noi. L’incontro di Taranto è stato una tappa importante di questo cammino: sta a noi proseguire, e scommettere su un futuro possibile, fondato sul dono di Dio, affidato alle nostre mani, alle nostre intelligenze, alla nostra cura operosa. La presenza appassionata, intelligente, innovativa ed esigente di giovani uomini e donne a questo incontro è stata come la caparra della speranza che il Signore continua a donarci. Ascoltarli, lasciare loro spazio e iniziativa, incoraggiarli e soprattutto imparare da loro darà un volto nuovo e bello al nostro tempo.
† Michele, vescovo

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Settimana sociale nazionale di Taranto, don Magoga: “Scelte concrete per le nostre comunità”

Solo a guardare i numeri, la Settimana sociale nazionale dei cattolici che si è celebrata a Taranto ci dice che l’argomento e l’appuntamento erano attesi. Circa mille presenze con un terzo sotto i 35 anni; 214 diocesi su 226; 94 vescovi. Non a caso “la Settimana” è stata indicata come la prima tappa del Cammino sinodale della Chiesa italiana.
Un’occasione di grande respiro ecclesiale, dove l’ascolto del grido della Terra e dei poveri si è intrecciato con riflessioni di esperti di economia, pedagogia e politica per orientare innanzitutto le comunità cristiane e civili per scelte etiche e sostenibili.
A introdurre le giornate, due bibliste, che attraverso i racconti della Genesi, mostravano come il Creatore pose l’uomo al centro di un giardino. Di questo Eden, Dio, volle Adamo come custode e contadino. Cura e lavoro si presentano come i primi compiti per chi, fatto dello stesso materiale della Terra, anche vive di essa. Mancarle di rispetto significa mancare di rispetto a se stessi.
Ma, come sappiamo, l’azione dell’uomo tradirà l’invito alla cura e alla custodia. Andrà perduta così quella generativa alleanza con il fratello prima e con la Madre Terra poi. Omicidio e deserto saranno l’azione e la reazione che segneranno la Creazione dopo il peccato. Solo dopo la resurrezione, Maria Maddalena, in un altro giardino, cercando Gesù – l’uomo della riconciliazione – ci indicherà il nuovo custode del giardino, il nuovo Adamo. E Gesù, chiamandola per nome “Maria”, tornerà a soffiare il suo alito di vita e di speranza in chi aveva ormai solo il deserto nel cuore. Anche il logo, scelto per queste giornate, descrive l’azione di un soffio vitale. Il disegno rappresenta una bambina accanto a un operaio inginocchiato ai suoi piedi. Il suo gesto di soffiare sulla mano sembra farsi narrazione di un mondo che piano piano, una foglia alla volta, ridà colore al mondo. Vi possiamo vedere il lavoratore che ascolta, da un bambino, quel pianeta che lui stesso un tempo desiderava, ma che ha smesso di sperare.
Dire questo a Taranto significava dar voce a un popolo e a una terra ferita e malata. Proprio i bambini (anche quelli non nati per la sterilità dei loro genitori a causa dell’inquinamento) sono le prime vittime di un lavoro che ha tradito l’ambiente e il futuro. Una mamma in una tavola rotonda ha gridato: “Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un bambino”. Non possiamo più permettere che lavoro e sviluppo siano opposti ad ambiente, salute, maternità. Non possiamo più agire con politiche preoccupate solo di contenere il male ma dobbiamo prodigarci per azioni e programmazioni che cerchino il bene.
Nel suo saluto, papa Francesco, ha usato delle suggestive immagini attingendole da alcuni cartelli stradali.
Nel “divieto di sosta” ci ricordava che non possiamo fermarci “stanchi e sfiduciati” ma – come la Maddalena – sapere che “l’amore ci sospinge e ci vieta di fermarci. Non sostiamo dunque nelle sacrestie, non formiamo gruppi elitari che si isolano e si chiudono. La speranza è sempre in cammino e passa anche attraverso comunità cristiane figlie della risurrezione che escono, annunciano, condividono”.
Proprio i giovani, con un loro manifesto intitolato “L’alleanza è un cammino”, ci stimolano a iniziare passi e azioni concrete per l’ambiente, il lavoro e le comunità. Come sarebbe bello poter iniziare anche nella nostra Diocesi nuovi percorsi sui passi indicati dalla Laudato si’.
In chiusura mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore, accanto alle proposte da indirizzare al Governo e al Parlamento italiano ed europeo, ha indicato alcune scelte per la comunità ecclesiale: che le parrocchie diventino “comunità energetiche” sentendo la responsabilità di essere sempre più “carbon free”; che adottino scelte, con i loro acquisti e la loro informazione, contro il caporalato nella logica del “work free”; che promuovano l’alleanza tra generazioni, tra forze diverse di buona volontà, “generation free”. Non ci facciamo illusioni, ma ci crediamo e vogliamo accettare la sfida per il pianeta che speriamo. (don Paolo Magoga, direttore ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace, Salvaguardia del Creato)

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