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Settimana sociale, seconda serata con la prof. Mio: “L’azienda sostenibile è quella che crea valore”

ArrayLa cosa più brutta che possa capitare a un incontro dove cerchi risposte è che siano poste delle domande proprio a te e che tu debba fornirle, anche se in anonimato. E’ iniziata con questo piacevole, a dir la verità, “colpo di teatro”, la seconda serata della 35ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani, introdotta da Gianfranco Pozzobon a nome del Meic, presente il vescovo Tomasi, e incentrata sul tema “Sostenibilità: sfida e compito necessario per gli attori sociali”. A parlarne la professoressa Chiara Mio, dell’Università Ca’ Foscari nella quale tiene corsi legati alla programmazione e controllo, alla misurazione delle performance e alla responsabilità sociale d’impresa. Autrice del libro “L’azienda sostenibile”, editori Laterza, presiede la banca FriulAdria-Credit agricole.

Un’esperta titolata, quindi, per parlare di sostenibilità e del suo significato. Perché di sostenibilità parlano tutti, “è una parola abusata”, ma non sempre con cognizione. Ecco allora le domande che hanno interpellato i presenti nell’auditorium del collegio Pio X a Treviso e anche quelli collegati in streaming e nelle sedi predisposte sul territorio. “Se tutto diventa sostenibilità, allora niente è sostenibilità”, ha affermato perentoria la docente. In realtà una definizione chiara, messa a punto dagli studiosi, di sostenibilità c’è e non riguarda in senso stretto l’ambiente e l’uso delle risorse, come invece risposto dalla maggioranza dei presenti, bensì è “la creazione di valore per gli stakeholder (chiunque abbia interesse, ndr) nel lungo termine”.
Da qui si è sviluppata la puntuale spiegazione della professoressa Mio, “non c’è sostenibilità se non c’è una creazione, ma di valore, da parte dell’uomo. Creare valore non vuol dire creare profitto o creare utile. E non tutto ciò che ha valore, ha mercato anche in azienda”. L’esempio che ha portato la relatrice è stato quello della reputazione di un’azienda, che ha un grandissimo valore, pur non avendo un mercato. Ha valore per chi deve andarci a lavorare, ha valore per chi deve acquistare i suoi prodotti, ha valore per chi vuole investirci… Eccoli i portatori di interesse. Se inquina o ha molti dipendenti con contratti a tempo determinato, il suo valore, senza dubbio, diminuisce.
Finora la aziende sono state misurate con il profitto, “oggi invece dobbiamo misurare le aziende in tema di sostenibilità attraverso la governance, l’impatto ambientale e l’impatto sociale”, negli investimenti che devono riguardare tre dimensioni, quella economica, quella ecologica e quella etica, le quali in un’azienda sostenibile devono essere sempre presenti e avere un equilibrio.
Ha creato qualche “rumors” tra i presenti, pensando ad aziende conosciute o anche ad alcune finite in cronaca recentemente, l’affermazione della dottoressa Mio, riguardo alla preoccupazione che un’azienda deve avere rispetto all’impronta ambientale che va dalla produzione della materia prima fino alla smaltimento, avendo a cuore quindi tutta l’intera filiera, compresi fornitori e collaboratori “etici”. “Perché deve farlo? Perché è buona”, ha interpellato la docente. In realtà perché l’ottimizzazione di risorse si rivela un vantaggio per i costi dell’azienda. E ha assicurato che anche in Italia, anche nel nostro Nordest fatto di piccole e medie aziende, ci sono esempi di realtà virtuose che non pensano esclusivamente al profitto, ma a condividere un progetto imprenditoriale che dà valore e contribuisce a cambiare il territorio, se non il mondo…
Ma, c’è un ma…“L’azienda sostenibile ha bisogno di un ecosistema sostenibile: istituzioni che facciano il loro lavoro, consumatori con sensibilità, associazioni datoriali che diano indicazioni comuni ai singoli settori. In questo senso la Pubblica amministrazione dovrebbe dare l’esempio”. E ha indicato una via per i cattolici che vogliono impegnarsi: “E’ un momento da sfruttare per la consonanza che c’è tra le aziende che dal di dentro vogliono cambiare e la dottrina sociale della Chiesa”, per cambiare il modo di produrre in senso sostenibile, per l’uomo e per il pianeta. (Lucia Gottardello)

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Zuppi alla Settimana sociale: “Il nemico è l’individualismo”

Il mutamento d’epoca c’è. E va abitato. Senza nostalgie per i tempi passati e per la “cristianità perduta”. Reagendo, soprattutto, alla vera pandemia dei nostri tempi, che è quella dell’individualismo, della ricerca del benessere fine a se stesso, senza pensare all’esistenza dell’altro. “In questo senso, Il Covid-19, con il suo carico di sofferenza, ci ha provocato”. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha aperto con questo invito la trentacinquesima Settimana sociale dei cattolici trevigiani. L’appuntamento – promosso dalla Vita del popolo, l’Azione cattolica di Treviso, il Meic, l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale, con la collaborazione di “Partecipare il presente” e del Collegio Pio X – affronta quest’anno il tema “Transizioni – La sfida della sostenibilità in un mutamento d’epoca”. Un titolo che fa da sfondo anche al calendario del Network per il Bene comune, creato da varie realtà che nel territorio promuovono iniziative di formazione sociopolitica.
Ad ascoltare l’arcivescovo, nell’auditorium San Pio X, un pubblico attento; ma anche coloro che hanno partecipato all’appuntamento in uno dei sei luoghi del territorio diocesano allestiti dall’Azione cattolica (Asolo, Fonte, Castelfranco Veneto, Scorzè, Casale sul Sile e Zero Branco); e coloro che hanno seguito la diretta attraverso YouTube.

 

“La Dottrina sociale e la profezia di Francesco: strumenti per abitare il mutamento d’epoca” il tema affidato al cardinale Zuppi.
Il suo intervento si è dipanato proprio a partire da alcuni termini del titolo della serata: il mutamento d’epoca, il verbo “abitare”, che “rischia di sapere un po’ da ecclesialese, ma è comunque pertinente e azzeccato”, il magistero di Francesco e la sua profezia.
“Mutamento d’epoca” è un’espressione che anche il Papa ha usato. Ci troviamo di fronte, ha ammesso il porporato, di fronte a un mondo complesso, di fronte al quale davvero, come ha detto Francesco, siamo tutti sulla stessa barca. “E questo vale sempre, non solo per la pandemia, non possiamo pensare, appunto, di vivere sani in un mondo malato”.
Il cambiamento d’epoca “è una cosa seria, ci chiede di essere all’altezza”. Ci chiede, appunto, di “abitare” questo tempo. Di “capire quello che sta succedendo, di scrutare i segni dei tempi”. Un esercizio che non si fa in modo accademico, ma con l’amore.
Uno dei segni che scorgiamo con nitidezza, ha fatto notare l’arcivescovo, è “la fine della cristianità, che non significa fine del cristianesimo o della Chiesa. E’ così, che ci piaccia o no, il Papa lo ha detto in un discorso alla Curia romana. Non è detto che sia una cosa solo negativa, perché con la cristianità finiscono alcune acquisizioni, alcune incrostazioni”.
Certo, questa situazione, che si è verificata in modo repentino, nell’arco di alcuni decenni, ha una causa profonda: “Non abbiamo capito la forza dell’individualismo, la ricerca del benessere individuale, mentre invece il cristianesimo ci provoca, per alcuni aspetti «ci rovina la vita». Oggi tutti i diritti sono coniugati in modo individuale, senza il «noi»”.
Proprio qui entra in gioco la “profezia” di Francesco, delineata nell’enciclica Fratelli tutti, che mette in evidenza quello che oggi è il primo ruolo della Chiesa cattolica. Sfidare, appunto, profeticamente, questa deriva individualista, vivendo il Vangelo. Il cardinale ha citato Cassiodoro, il quale afferma: “Sarò mio quando sarò stato tuo”. “Io non sono senza l’altro, è l’idea centrale di Fratelli tutti”, ha aggiunto il cardinale Zuppi. I cristiani, quindi, non sono chiamati, come qualcuno vorrebbe, a estraniarsi da questo tempo, a pensare di attendere che i barbari se ne vadano. “In realtà, anche i monasteri del Medio Evo erano luoghi aperti, di accoglienza, e poi l’individualismo non conosce zone franche, entra dappertutto”. Piuttosto, occorre “ascoltare, fare un pezzo di strada assieme alle persone”, senza pensare immediatamente a una riconquista. Piuttosto, si tratta di “svelare la presenza di Dio” tra gli uomini, come afferma il Papa in Evangelii Gaudium.
Entra, qui, un’altra espressione di papa Francesco: la Chiesa come “ospedale da campo”, capace di chinarsi sulle sofferenze, per farsi essa stessa convertire. L’attenzione ai poveri diventa, allora, un caposaldo: “Del resto, saremo giudicati su questo. E quando il Papa parla di periferie non intende solo quelle geografiche, ma tante situazioni esistenziali. Penso alle crescenti realtà di solitudine, alle tante persone che hanno problemi di relazioni”.
In ogni caso, ha concluso il cardinale Zuppi, “ogni crisi è generativa”. Accadrà anche stavolta. Un’opportunità è questa attenzione alla “sostenibilità”, altra parola chiave di questa Settimana sociale, anche i riferimento al Piano nazionale di rinascita e resilienza: “Oggi si tratta di costruire qualcosa che cambierà le nostre vite nei prossimi vent’anni”. Una sfida nella sfida.

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Il creato interpella l’uomo. Ermes Ronchi: “Crisi ambientale diventa crisi sociale”

Guardiamo al mondo con superficialità ma l’emergenza climatica ci riguarda tutti. Dobbiamo essere consapevoli del modo in cui utilizziamo le risorse. Dobbiamo provare un sentimento di cura e non di paura per salvaguardare il Creato. In estrema sintesi sono queste alcune riflessioni emerse dalle relazioni esposte all’incontro “C’è qualcuno in ascolto? Il creato interpella l’uomo”, quarto e ultimo incontro svoltosi nella chiesa di S. Francesco a Treviso giovedì 30 settembre nell’ambito del “Il tempo del Creato” 2021. Presente anche il Vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi. Protagonisti del dibattito la biologa ambientale Katia Zanatta, l’idrogeologo Nico Dalla Libera e il teologo padre Ermes Ronchi. Ha moderato il giornalista Umberto Folena.

L’iniziativa fa parte del ciclo organizzato dalla Commissione diocesana di Pastorale sociale e Salvaguardia del Creato in collaborazione con il Centro “Don Paolo Chiavacci”, l’associazione “Incontri con la Natura”, la “Fondazione Opera Monte Grappa”, la “Comunità Laudato sì” di Treviso. L’incontro è stato anche un’anteprima della Settimana sociale dei cattolici trevigiani intitolata “Transizioni” che inizierà lunedì 4 ottobre al Collegio Pio X di Treviso.

Nel suo saluto iniziale don Paolo Magoga, direttore dell’Ufficio Pastorale sociale e Salvaguardia del Creato e coordinatore della rassegna ha detto tra l’altro: «Oggi vogliamo metterci in ascolto di alcuni amici che per sensibilità personale, lavoro e vocazione vivono a stretto contatto con il Creato. Voci diverse, stimoli, provocazioni per ridare valore a ciò che ai nostri padri rivelava la sapienza del vivere e a noi ha lasciato, purtroppo, solo il valore di un prodotto, una merce».

La biologa Zanatta: «Credo che accanto alle Sacre scritture troviamo un altro Libro che ci parla di Dio: la Natura. Purtroppo si tratta di un libro poco letto, poco ascoltato. Nella natura io credo ci siano le soluzioni alle grandi questioni di questo tempo, soluzioni che purtroppo tendiamo relegare alla tecnologia. Ultimamente siamo bombardati da notizie sul cambiamento climatico e ciò è positivo fino ad un certo punto. Si rischia l’infodemia, la perdita di orientamento da eccesso di informazioni non sempre corrette. La visione dominante veicolata dai media è che il cambiamento climatico è una minaccia per l’umanità e ciò è verissimo, ma si dimentica o si riduce ai margini dell’informazione il fatto che le conseguenze delle attività umane stanno portando alla estinzione di massa e al collasso molti ecosistemi naturali.
Il Creato è la Natura, è la Biodiversità, è la complessa rete di relazioni chimico-fisiche paragonabili al sistema nervoso e che un grande ecologo (Eugene Odum, 1971) chiamò “invisibili fili della natura”. Non siamo in grado di vedere o notare le piante nel loro ambiente. Ciò che noi vediamo è un generico “verde” da cui “paesaggio verdeggiante” oggi molto usato nei media e purtroppo anche nel gergo politico. Così si comprende con quanta superficialità noi guardiamo al mondo delle piante, senza conoscere, quindi senza vedere l’enorme diversità e bellezza che le caratterizza. Non possiamo più permetterci di distruggere specie e habitat naturali, soprattutto in pianura, possiamo solo ripristinare la naturalità nel nostro territorio e insieme ricucire il rapporto che noi abbiamo perso con la natura».

L’idrogeologo Nico Dalla Libera: «Questa cecità è riscontrabile anche nel settore delle risorse idriche. Lo riscontro nel mio lavoro quotidiano. L’ambiente non è solo l’oceano, lo scioglimento delle calotte polari, l’acidificazione degli oceani, l’inquinamento da plastica, ma è anche la mancanza d’acqua per sostenere i processi naturali. La transizione ecologica si realizza nel momento in cui c’è consapevolezza anche da parte della popolazione di che cosa sta succedendo nell’ambiente. Serve senso di responsabilità da parte del singolo cittadino nell’utilizzo della risorse».

Il teologo padre Ermes Ronchi: «Quello della mancanza di consapevolezza è il tema centrale: dobbiamo provare un sentimento di cura e non di paura. Il passo imprescindibile è innamorarsi della realtà. Poter cogliere questo bene e innamorarsi di questo bene significa fare dei passi avanti. I deserti esterni sono frutto dei deserti interni. C’è un’unica crisi che comprende aspetti ecologici e sociali. Pensate all’inarrestabile pressione migratoria causata soprattutto dalla fame e quindi da un progressivo impoverimento».

Ronchi ha quindi raccontato ciò che ha vissuto un confratello in Indonesia in un’isola con 12 milioni di abitanti. Qui una multinazionale ha trasformato tutti i terreni in una monocoltura di palme da olio illudendo la gente con la promessa di soldi e di lavoro. Le conseguenze? Lo stravolgimento dell’ambiente e l’aumento della povertà e dei furti compiuti per sopravvivere.

«La crisi ambientale diventa crisi sociale – ha aggiunto Ronchi -. Come diceva Padre Turoldo il problema del mondo non sono i poveri, sono i ricchi. Il primi soggetti di disordine del mondo non sono i poveri, non sono i migranti, ma chi li ha spinti ad abbandonare la loro casa. C’è un consumo sfrenato delle fonti energetiche e noi sappiamo che c’è pane per tutti sulla terra ma non è sufficiente a causa dell’avidità di pochi. Non possiamo prenderci cura di qualcosa se non amiamo. L’amore nasce dal sentirsi una sola famiglia.
La Genesi dice che Dio plasma l’uomo non con il fango, non con la creta, non con l’argilla ma con polvere del suolo. Noi tutti siamo un impasto di polvere cosmica e di respiro divino. Allora quando sentiremo di condividere con tutte le altre creature viventi uno stesso patrimonio genetico saremo capaci di rendere grazie e custodire la nostra terra. Madre Terra è una madre bella che ci accoglie fra le sue braccia. E’ anche una sorella che grida per il male provocato dalla violenza dell’uomo. “Ama il prossimo tuo” diventa “ama la terra, amala come la ama Dio, ama la terra come ami te stesso”.

Il vescovo Michele Tomasi nel suo saluto finale di ringraziamento ha sottolineato come “la conoscenza è una forma di amore. Se io amo voglio conoscere, se inizio a conoscere amo. E’ un circolo importantissimo. Stasera ci avete detto cose grandi. Parlare di questi temi non è un optional o una moda, è il vivere davvero qui ed oggi. Più conosciamo più ascoltiamo».

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Settimana sociale allargata e diffusa. Si potrà seguire anche a distanza in sette punti della diocesi. Lunedì sera il cardinale Zuppi

Dopo la “serata anteprima” di giovedì 30 settembre sulla custodia del creato, la Settimana sociale dei cattolici trevigiani, giunta alla trentacinquesima edizione, “accende i motori” per le tradizionali quattro serate. “Transizioni. La sfida della sostenibilità in un mutamento d’epoca” è il tema dell’iniziativa, promossa da La vita del popolo, l’Azione cattolica, il Meic, l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale, con la collaborazione di “Partecipare il presente” e del collegio Pio X.

Per la verità, di “tradizionale” c’è poco in questa edizione della Settimana sociale. E non solo per il tema. Le quattro serate, infatti si “allargano” in duplice senso. Da un lato, infatti, gli appuntamenti vengono proposti non solo a Treviso, nell’auditorium san Pio X, ma anche in (almeno) sette luoghi del territorio diocesano, collegati con la sala principale (vedi il box a fianco). Qualcosa di più di uno streaming (che comunque sarà garantito attraverso Youtube), dato che i presenti nelle varie località potranno, come già accaduto lo scorso anno, partecipare al dibattito e porre direttamente domande ai relatori. Inoltre, questi punti dislocati sul territorio e promossi dall’Ac, potranno diventare dei “centri” per proseguire il dibattito, magari promuovendo durante l’anno ulteriori momenti di confronto.

Già, perché la Settimana sociale, insieme ad altri numerosi soggetti, per certi aspetti “si allarga” e si prolunga anche nel tempo, nei prossimi mesi. Come si può leggere nel box qui sotto, l’appuntamento costituisce il “lancio” del Network per il bene comune: una rete di iniziative (che conservano la propria autonomia), un calendario condiviso, proprio a partire dal tema “Transizioni”. Di notevole rilievo anche i relatori chiamati a intervenire all’auditorium San Pio X. A partire da lunedì 4 ottobre, quando alle ore 21(e non 20.30 come nelle altre tre serate) l’ospite d’eccezione sarà il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna (vedi il programma a destra).

Il tema della Settimana è legato al momento particolare che stiamo vivendo: “Avvertiamo – si legge nel pieghevole – che la terribile esperienza della pandemia, ancora in corso, accelera e rende più evidente il cambiamento d’epoca che ci troviamo ad affrontare. Si tratta, allora, di riprendere il cammino, nella consapevolezza di avere, nella Dottrina sociale e nel magistero di papa Francesco, non solo una «bussola», ma anche un contributo di «profezia», rispetto ai tempi nuovi che ci attendono. «Transizioni» ci sembra il titolo più adeguato per descrivere la nostra attuale condizione, il trovarci «sulla faglia» di tale cambiamento d’epoca”.

“Sostenibilità”, come si vede anche dall’andamento del dibattito a livello sociale, politico ed economico, sembra essere la parola chiave per “abitare” questo mutamento d’epoca. Se ne parlerà, soprattutto, nella seconda serata di martedì 5 ottobre, con la professoressa Chiara Mio, esperta sul tema come docente a Ca’ Foscari e presidente di Friuladria.

COME SEGUIRLA

In presenza all’auditorium San Pio X. Capienza massima 180 posti, ingresso con il green pass, non è necessaria iscrizione previa.

Sul territorio. La Settimana sociale potrà essere seguita (con possibilità di interazione e porre domande, in collegamento diretto con il Pio X).

L’Ac diocesana ha predisposto i seguenti punti:

Fonte Alto (Cfp)

Castelfranco Veneto (Fraternità Discepole del Vangelo)

Casale sul Sile (Casa del giovane, Scorzè (oratorio)

Lovadina (oratorio)

Zero Branco (oratorio)

A questi punti se ne aggiunge uno ulteriore a Treviso, nella sede Acli.

Altri eventuali luoghi saranno comunicati sui siti www.lavitadelpopolo.it, www.actreviso.it, www.networkbenecomune.it.

Da casa. Le serate saranno trasmesse sul canale Youtube della Diocesi di Treviso e sui siti diocesani.

IL PROGRAMMA

Le quattro serate all’auditorium San Pio X di Treviso
Lunedì 4 ottobre (ore 21). “La Dottrina sociale e la «profezia» di Francesco: «strumenti» per abitare il mutamento d’epoca”.
Introduzione di mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso; relazione del card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Martedì 5 ottobre (ore 20.30). “Sostenibilità: sfida e compito necessario per gli attori sociali”.
Relazione di Chiara Mio, docente all’Università Ca’ Foscari e presidente di Friuladria.
Lunedì 11 ottobre (ore 20.30). “L’ambiente in Costituzione e nella progettazione territoriale” (ore 20.30).
Dibattito con Paolo Pileri, docente di Progettazione e Pianificazione urbanistica al Politecnico di Milano, e con il senatore Andrea Ferrazzi
Martedì 12 ottobre (20.30). “Il cambiamento demografico che coinvolge lo stato sociale e il lavoro. Situazione, prospettive e strumenti per gestire il fenomeno”.
Relazione di Agar Brugiavini, docente di Economia Politica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Serata a cura di “Partecipare il presente”.

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Il tempo del Creato, custodi o predatori? Le scelte sono urgenti. Interessante dibattito a Fonte

“Mi interrogo su quello che lascerò ai miei figli. Guardiamo cosa è successo la scorsa estate. Gli Stati del Mediterraneo erano una lingua di fuoco. Buona parte erano incendi da calore. Mesi a 30 gradi anche di notte. E’ ormai inequivocabile che il riscaldamento terrestre dipende da noi. Servono politiche di contenimento climatico. Sono anni di scelte, molto dipende anche dai nostri comportamenti, è una sfida che ci coinvolge tutti. Come ha scritto il Papa dobbiamo imparare ad ascoltare il grido della terra”.

Così Simone Morandini, esperto di etica ambientale, è intervenuto all’incontro “Non avrai altro ecosistema, custodi o predatori” svoltosi martedì 28 settembre alla scuola di formazione professionale di Fonte, nell’ambito dell’iniziativa “Il tempo del Creato” 2021. Riscaldamento globale e cambiamento climatico. Assieme a Morandini c’era il giurista Enrico Gaz del foro di Belluno. A introdurre i lavori, moderati dal giornalista Umberto Folena, Davide Magagnini della Commissione diocesana di Pastorale sociale e Salvaguardia del creato. Molti i possibili livelli di azione, secondo Morandini. Prima di tutto gli stili di vita.

Anche dal punto di vista normativo “è in corso una evoluzione molto forte – ha affermato l’avvocato Enrico Gaz – soprattutto sotto la spinta del diritto europeo, che ha ripercussioni dirette anche nell’ordinamento italiano. Assistiamo a una conversione: da una visione del diritto dove ci si difendeva dalla natura, da una visione in cui ci si serviva della natura, a una in cui essa diviene soggetto di diritto”.
Don Paolo Magoga, coordinatore degli incontri e responsabile dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e Salvaguardia del creato ha aggiunto: “Dobbiamo tenere desta l’attenzione su questi argomenti, che non riguardano solo i giovani, ma ci coinvolgono tutti, anche come comunità cristiana”.

L’incontro, che faceva parte del calendario del Network per il bene comune, è stato organizzato dalla Commissione diocesana di Pastorale sociale e Salvaguardia del creato, in collaborazione con il centro Don Paolo Chiavacci, l’associazione “Incontri con la natura”, la fondazione Opera Monte Grappa, la Comunità Laudato Si’ di Treviso.

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Grappa Biosfera Mab Unesco: anche il Centro Chiavacci tra i protagonisti

Anche l’associazione “Centro incontri con la natura per la salvaguardia del creato don Paolo Chiavacci” è stata fra i protagonisti della candidatura a Riserva della Biosfera Mab Unesco del Monte Grappa. Ha presentato una lettera di sostegno e proposto un progetto sulla conservazione e il mantenimento dei prati semiaridi, incluso il prato di Schiba, un’area che l’associazione da alcuni anni ha individuato, vicino al Centro di spiritualità e cultura Don Paolo Chiavacci di Crespano del Grappa, a circa 600 metri di altezza, come un’area di interesse per la conservazione della biodiversità. Recentemente è stata individuata, proprio nel prato, un’orchidea spontanea mai osservata e censita, si tratta della dodicesima specie di orchidee individuata in questo sito.
L’associazione, insieme al Centro per la didattica, si è già impegnata a presentare un tavolo di lavoro al Mab Unesco con altre associazioni e professionisti.
Il centro Don Paolo Chiavacci, e in particolare il suo fondatore don Paolo, da sempre hanno valorizzato le pendici del Grappa, la biodiversità, la necessità della tutela, e ora, che al Massiccio viene riconosciuto il ruolo di “ponte ecologico” che unisce la pianura e l’arco alpino, l’attività del Centro sarà ancora più preziosa e inserita in un contesto di rete che ha contribuito a individuare e a costruire.
Le “riserve della biosfera” promuovono, infatti, attività di cooperazione scientifica, di ricerca interdisciplinare e sostenibilità, coinvolgendo le comunità locali.
Il centro, come è noto, offre possibilità di soggiorni residenziali e di educazione ambientale, all’interno funziona anche un planetario, la specola astronomica “Don Paolo Chiavacci”. Oltre alla riflessione sulla tutela del creato, il Centro, come è noto, è un luogo diocesano di spiritualità e preghiera, da vivere in armonia con la natura.
Il Centro di spiritualità e cultura DonPaolo Chiavacci ha quindi accolto con soddisfazione questa nomina, infatti con l’iscrizione nella prestigiosa lista Mab Unesco, vi è il riconoscimento della qualità e dell’unicità di un territorio definito “laboratorio di idee concrete e innovative” in settori cruciali come la mobilità sostenibile e l’economia circolare. Il Veneto, dopo la consacrazione delle colline del prosecco, conferma così anche con il Monte Grappa la sua fama nel mondo di luogo ricco di tesori naturalistici: ambienti marini, paesaggi collinari, laghi, montagne. Una ricchezza ambientale che va preservata e valorizzata perché chiunque possa goderne. (Mariano Montagnin)

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La Settimana sociale nazionale a Taranto dal 21 al 24 ottobre

Si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021 la 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Lo ha stabilito il Consiglio Episcopale Permanente che, a causa della pandemia, ha rinviato l’appuntamento inizialmente previsto dal 4 al 7 febbraio.
L’obiettivo, secondo la Cei, “è quello di sensibilizzare in maniera unitaria alle tematiche dell’ambiente e del lavoro, prestando attenzione alle buone pratiche presenti nel territorio”. La prospettiva dei vescovi nell’accostare queste problematiche, che includono anche la difesa della salute delle persone, “si distingue da quella che può essere una sensibilità ecologica alla moda, spesso anti-umanista: è animata, piuttosto, da una sensibilità ecologica ed ecumenica che attinge alla forza profetica dell’annuncio cristiano”.
Notevole, in questi mesi, il lavoro preparatorio, con incontri, approfondimenti, condivisione di buone pratiche. Tra i seminari che si sono tenuti, va sottolineato quello che si è svolto a Padova per il Nord Italia.
“La transizione ecologica: il contributo del mondo delle imprese e del lavoro” è stato il titolo dell’incontro, che si è svolto il 3 luglio, presso il Complesso Universitario del Beato Pellegrino dell’Università degli Studi. Organizzato in preparazione alla 49ª Settimana Sociale di Taranto, l’evento è realizzato in collaborazione con la Chiesa di Padova e la Fondazione Lanza e con il patrocinio dell’Università degli Studi.

L’incontro, moderato da Sara Melchiori, responsabile dell’ufficio stampa della Diocesi di Padova, si è aperto con i saluti di Rosario Rizzuto, Rettore dell’Ateneo padovano, e di Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso e Delegato della Commissione Regionale per la Pastorale Sociale. È seguito l’intervento di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola, Vescovo di Carpi e Vice Presidente della CEI, che ha approfondito il tema: “Per una cultura della cura, della bellezza e dell’incontro dalla Laudato si’ alla Fratelli tutti”.
Dopo i tavoli di lavoro per ambiti tematici (economia circolare e bioeconomia; digitalizzazione e dematerializzazione; riduzione del consumo di risorse nelle imprese; investimento sulle persone e sulla qualità del capitale sociale), nel pomeriggio, dopo la riflessione di Giuseppe Tripoli, Segretario generale Unioncamere, su: “Le imprese e la transizione ecologica: a che punto siamo nel Nord Italia”, si è svolta la tavola rotonda a cui hanno preso parte: Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna; Maria Cristina Piovesana, Presidente e A.D. di ALF Group S.p.A. e Vicepresidente nazionale Confindustria; Pierpio Cerfogli, Vicedirettore generale e Chief Business BPER Banca; Stefano Granata, imprenditore e Presidente Federazione nazionale Cooperative sociali di Confcooperative. A concludere l’appuntamento è stato Mons. Marco Arnolfo, Vescovo di Vercelli e membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali.

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Online il nuovo Dizionario di Dottrina sociale della Chiesa

È online il Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo, un portale open access che si propone come strumento per approfondire le grandi questioni del nostro tempo alla luce dell’insegnamento sociale della Chiesa. Curato dal Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il nuovo Dizionario è in costante aggiornamento e ogni tre mesi si arricchirà di nuovi contributi che confluiranno nei fascicoli della rivista online trimestrale ad accesso libero che porta lo stesso nome.
I contributi sono suddivisi in 12 Aree tematiche e sono raggiungibili cliccando sulle foglie dell’albero che campeggia in homepage.

“Si tratta di un processo in divenire, non cristallizzato, che studia le pieghe della realtà, dove viviamo e usiamo le nostre risorse intellettuali attraverso discipline scientifiche e umanistiche per compiere scelte giuste”, spiega Simona Beretta, direttore del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa, sottolineando che “la grande tradizione millenaria della Chiesa parla al presente e offre tanta ricchezza nella continuità del magistero dei pontefici e delle conferenze episcopali”. “Il filo rosso – osserva – è l’essere umili e tenaci nel ricercare, facendo esperienza del fatto che la fede illumina la ricerca e manifesta l’umano e il sociale, il senso dell’innovazione tecnologica e della ricerca scientifica”.

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Settimana sociale su “Transizioni”. Il 4 ottobre prima serata con il cardinale Zuppi. Nelle successive serate di parla di sostenibilità

Un appuntamento in “anteprima”, promosso nell’ambito delle iniziative per il mese del creato, che avrà, tra gli ospiti, il biblista Ermes Ronchi; seguito dalle consuete quattro serate, nella prima delle quali interverrà l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi. Quindi, il testimone passerà ad altri eventi e ad altri soggetti.

“Transizioni. La sfida della sostenibilità in un mutamento d’epoca” sarà il tema della 35ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani, il cui programma è stato definito nei giorni scorsi. Formula simile a quella dello scorso anno, con gli incontri tenuti in presenza e trasmessi anche in streaming. Ma con un’ambizione in più, quella di proporre il “lancio” di un tema che ci accompagnerà per tutto l’anno, grazie al neonato “Network per il bene comune”, una rete capace di creare un calendario lungo un intero anno, diffuso nel tempo e nel territorio (vedi il box a destra).

I promotori della Settimana sociale sono La vita del popolo, l’Azione cattolica, il Meic, l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale, con la collaborazione di “Partecipare il presente” e del collegio Pio X.
Il tema è legato al momento particolare che stiamo vivendo: “Avvertiamo che la terribile esperienza della pandemia, ancora in corso, accelera e rende più evidente il cambiamento d’epoca che ci troviamo ad affrontare. Si tratta, allora, di riprendere il cammino, nella consapevolezza di avere, nella Dottrina sociale e nel magistero di papa Francesco, non solo una «bussola», ma anche un contributo di «profezia», rispetto ai tempi nuovi che ci attendono. «Transizioni» ci sembra il titolo più adeguato per descrivere la nostra attuale condizione, il trovarci «sulla faglia» di tale cambiamento d’epoca”.

Tra queste “transizioni”, spicca quella ecologica, che richiede un rinnovato rapporto con il creato. Ecco il motivo della serata anteprima di giovedì 30 settembre (20.30), nella chiesa di San Francesco, “Il creato interpella l’uomo”, con il teologo e biblista Ermes Ronchi e altri esperti.

IL PROGRAMMA

SERATA ANTEPRIMA
GIOVEDÌ 30 SETTEMBRE 2021
INIZIO ORE 20.30

C’È QUALCUNO IN ASCOLTO?
IL CREATO INTERPELLA L’UOMO
presso la chiesa di S. Francesco a Treviso alle 20.30
tavola rotonda sui valori del Creato.

Dialogo con padre Ermes Ronchi
la botanica Katia Zanatta
e l’idrogeologo Nico Dalla Libera

Conduce il giornalista di Avvenire Umberto Folena

L’appuntamento, che fa parte del programma di eventi promossi nell’ambito della Settimana Laudato Si’ e del mese del Creato, viene proposto anche a coloro che partecipano alla Settimana sociale, perché interessante introduzione alle tematiche che verranno proposte.

* per partecipare iscrizioni al link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfznoSZAlB4zzlwmQaNJq7reZ-U9ty0obIQiUtByfXlhkfvHw/viewform?usp=sf_link

LUNEDÌ 4 OTTOBRE 2021
PRIMA SERATA – INIZIO ORE 21.00

LA DOTTRINA SOCIALE
E LA “PROFEZIA” DI FRANCESCO: “STRUMENTI” PER ABITARE
IL MUTAMENTO D’EPOCA

introduzione
Mons. Michele Tomasi
vescovo di Treviso

relazione del
Card. Matteo Maria Zuppi
arcivescovo di Bologna

Più volte, negli ultimi anni, ci è stato fatto notare che stiamo affrontando un mutamento d’epoca di grandi dimensioni. In che modo e a che condizioni la Dottrina sociale e il magistero del Papa, con le sue intuizioni e innovazioni, costituiscono un riferimento per “abitare” questo tempo difficile e stimolante?

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MARTEDÌ 5 OTTOBRE 2021
SECONDA SERATA – INIZIO ORE 20.30

SOSTENIBILITÀ: SFIDA E COMPITO NECESSARIO PER GLI ATTORI SOCIALI

relazione di
Prof. Chiara Mio
Università Ca’ Foscari

Tra le “transizioni” che stiamo vivendo, in primis quella ecologica, risalta la necessità di un nuovo approccio nell’azione economica, sociale, politica. La sostenibilità è la sfida da coniugare in diversi modi, a partire dai territori.

LUNEDÌ 11 OTTOBRE 2021
TERZA SERATA – INIZIO ORE 20.30

L’AMBIENTE IN COSTITUZIONE
E NELLA PROGETTAZIONE TERRITORIALE

relazione di
Prof. Paolo Pileri
docente di Progettazione
e Pianificazione Urbanistica al Politecnico di Milano

Sen. Andrea Ferrazzi

Gli scenari aperti da una nuova sensibilità ecologica trovano sbocco nell’iter, già a buon punto, per inserire l’ambiente e la sua tutela nella prima parte della Costituzione. Una novità che avrà importanti effetti anche nelle politiche locali
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MARTEDÌ 12 OTTOBRE 2021
QUARTA SERATA – INIZIO ORE 20.30

IL CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO
CHE COINVOLGE LO STATO SOCIALE
E IL LAVORO. SITUAZIONE, PROSPETTIVE E STRUMENTI
PER GESTIRE IL FENOMENO

relazione di
Prof. Agar Brugiavini
docente di Economia Politica all’Università Ca’ Foscari di Venezia
(a cura di Partecipare il presente)

Calo demografico, contrazione della rete primaria (familiare) di welfare, invecchiamento della popolazione, impongono un ripensamento e dell’organizzazione sociale e del lavoro. Anche se si vede ancora poco, la nostra società rischia una sempre maggiore fragilità.

Open post

“Il tempo del creato”: il 28 e 30 settembre gli ultimi due incontri, a Fonte e a Treviso. Necessario iscriversi

“Non avrai altro ecosistema, custodi o predatori” è il titolo del terzo e penultimo incontro nell’ambito dell’iniziativa “Il tempo del Creato” 2021, organizzata dalla Commissione diocesana di Pastorale sociale e Salvaguardia del Creato in collaborazione con il Centro “Don Paolo Chiavacci”, l’associazione “Incontri con la Natura”, la “Fondazione Opera Monte Grappa”, la “Comunità Laudato sì” di Treviso.
L’incontro avrà luogo martedì 28 settembre alle ore 20.30 presso la Scuola di Formazione Professionale di Fonte. Sarà una tavola rotonda sui diritti e doveri dell’uomo e dell’ambiente. In dialogo il giurista Enrico Gaz del foro di Belluno e il teologo Simone Morandini, esperto di etica ambientale. Iscrizioni al link https://forms.gle/sRtqc2ZQUi7ypbov8. Per info Email: laudatosi.fonte@gmail.com
Il quarto e ultimo appuntamento – che coincide con la “serata anteprima” della 35ª Settimana sociale dei cattolici trevigiani avrà luogo giovedì 30 settembre alle ore 20.30 presso la chiesa di S. Francesco a Treviso. Sarà una tavola rotonda sui valori del Creato dal titolo “C’è qualcuno in ascolto? Il creato interpella l’uomo”. Un dialogo con padre Ermes Ronchi, teologo, la botanica Katia Zanatta e l’idrogeologo Nico Dalla Libera. Condurrà il giornalista Umberto Folena. Iscrizioni al Link: https://forms.gle/CBXevvQcexyzGLTg8. In streaming sul canale You Tube della diocesi di Treviso. Per accedere agli incontri è necessario iscriversi, esibire green pass e rispettare le norme anti Covid. Per info laudatosi.treviso@gmail.com
Don Paolo Magoga, direttore dell’Ufficio Pastorale sociale e Salvaguardia del Creato e coordinatore della rassegna: «Con questi incontri abbiamo voluto porre l’attenzione sull’emergenza ambientale. Sono sotto gli occhi di tutti gli effetti del cambiamento climatico: bombe d’acqua, trombe d’aria, caldo insopportabile. E’ urgente coinvolgere e rendere consapevoli tutti ma soprattutto i giovani».

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